La coltivazione del tè in Giappone

Le piante del tè possono crescere senza aver bisogno di alcun intervento da parte dell’uomo. Tuttavia, per produrre il tè che ci piace così tanto, ad un certo punto è necessario che l’uomo intervenga: che sia semplicemente raccogliere le foglie dalle piante o prendersene cura in maniera più rigorosa. In questa sezione tratteremo sia la coltivazione della pianta del tè attraverso il suo ciclo vitale, sia le attività che sono comunemente portate avanti dagli agricoltori nell’arco di un anno.

Gestione della pianta

Se consentito loro, le piante del tè possono vivere a lungo, perfino più di mille anni (come ad esempio, alcune piante scoperte in Cina). Tuttavia, per la produzione commerciale, in Giappone le piante vengono piantate e ripiantate ogni circa 40-50 anni (ciclo di vita della pianta). Durante questo periodo, gli agricoltori piantano, mantengono e ripiantano le piante di tè nei loro campi.

Riproduzione

Da sempre le piante si possono propagare e diffondere spontaneamente con i loro semi, mentre sono gli agricoltori a decidere dov’è il posto migliore per un nuovo campo. In passato le piante venivano riprodotte solo piantandone i semi: gli agricoltori li raccoglievano e li piantavano in un nuovo campo.

Oggi in Giappone le piante vengono per la maggior parte riprodotte per talea. Una talea è una piccola parte di un nuovo ramo, solitamente con una foglia, che, dopo essere stato tagliato e piantato nel terreno, gradualmente sviluppa le radici. Dopo 1 o 2 anni circa, quando ha sviluppato radici e rametti sufficientemente resistenti, la talea viene trapiantata nella sua collocazione definitiva.

Vi chiederete: perché riprodurre le piante per talea? Oggigiorno la maggior parte del tè in Giappone è prodotto da cultivar – piante selezionate dall’uomo per le loro particolari qualità (quantità del raccolto/produttività, caratteristiche organolettiche, resistenza alle intemperie e agli insetti, eccetera). Quando le piante sono propagate per talea, portano con sé il 100% del patrimonio genetico della pianta da cui provengono (sostanzialmente sono dei cloni della pianta madre); perciò mantengono tutte le sue particolari qualità originarie. Al contrario, quando una nuova pianta nasce da un seme, porta con sé solo il 50% del patrimonio genetico della pianta madre (il restante 50% proviene dal polline di un’altra pianta). Ciò significa che c’è un’alta probabilità che la nuova pianta, nata dal seme, perda le particolari qualità della pianta madre. Ecco perché oggigiorno in Giappone le piante vengono riprodotte per talea.

Mantenimento

Una volta che le piante sono piantate in un nuovo campo, devono essere mantenute durante tutto il loro ciclo vitale. Alcune operazioni di mantenimento serviranno ad assistere le piante durante la crescita, altre ne renderanno la gestione più facile.

La potatura è una delle attività più importanti per la gestione della pianta. Le piante vengono potate regolarmente – potatura ordinaria – per tenerle ad un’altezza accessibile e per fare spazio cosicché i nuovi germogli possano spuntare (per approfondimenti, si veda il paragrafo sulle attività annuali). Ogni 3 anni circa, le piante sono potate maggiormente – potatura straordinaria – , e vengono ridotte ad un’altezza di circa 30 cm dal suolo. Questo procedimento permette alla pianta di rinvigorire – cresceranno nuovi rami dotati di più energia, e perciò il raccolto sarà maggiore. Questo tipo di potatura straordinaria di solito viene fatta dopo il raccolto primaverile (che dà i tè più pregiati) e la pianta viene lasciata riposare e ricrescere fino alla primavera successiva.

Trapianto/Sostituzione

Dopo qualche tempo, anche la potatura straordinaria non sarà più efficace e le piante smetteranno di produrre un raccolto significativo dal punto di vista economico. Questo è il momento in cui le piante vengono sostituite con delle talee. Bisogna precisare, comunque, che ci vogliono circa 5 anni prima che la nuova pianta sia in grado di produrre un buon raccolto. Prima di allora, la pianta viene potata ogni anno e curata fino a quando avrà sviluppato radici e rami forti. E’ solo a questo punto che si ricomincerà la produzione del tè.

Attività annuali

Ogni anno ci sono molte attività da portare avanti affinché le piante rimangano in salute e diano un buon raccolto. L’attività di cui di solito ci si preoccupa di più è la raccolta delle foglie per la produzione del tè. In aggiunta alla raccolta, le piante vengono potate, fertilizzate per dar loro maggiori sostanze nutritive, ombreggiate eccetera.

Raccolta – Stagioni

Quando pensiamo alla coltivazione del tè, la raccolta è l’attività più intensa. In Giappone, la raccolta del tè viene effettuata dalla primavera all’autunno, e, in base alle aree di produzione, ci possono essere 3 o 4 raccolte stagionali (visto che i nuovi germogli impiegano circa 6 settimane a crescere)

Il raccolto primaverile (一番茶) è il più importante per la produzione del tè in Giappone, perché è quando si producono i tè più redditizi e pregiati – come ad esempio Matcha, Gyokuro e Sencha. In base alla zona, normalmente esso comincia a metà aprile o all’inizio di maggio e si protrae fino alla fine di maggio o all’inizio di giugno.

Il raccolto estivo (二番茶) è quello successivo e di solito avviene tra l’inizio/la metà di giugno fino a metà/fine luglio. I tè prodotti in questa stagione sono meno pregiati rispetto al raccolto primaverile. La produzione di Matcha per la preparazione di cibo, e Sencha di grado inferiore è tipica della raccolta estiva.

Il raccolto di fine estate: da metà agosto a metà settembre il tè può essere raccolto ancora (三番茶). Questo raccolto comune solo a sud delGiappone, non tanto nel resto del paese, perché molti agricoltori preferiscono lasciar riposare le piante (e riposarsi a loro volta!) durante la calura estiva.

Il tè normalmente viene raccolto di nuovo in autunno, di solito dalla fine di settembre alla fine di ottobre (秋番茶). Il tè prodotto in questa stagione è di grado ulteriormente inferiore e spesso viene utilizzato come contenuto di bustine oppure per la preparazione di tè in bottiglia.

Il tè può essere raccolto ancora da metà ottobre a metà novembre (秋冬番茶) o dall’inizio alla fine di marzo (春番茶). Gli agricoltori di solito scelgono uno di questi periodi per l’ultimo raccolto, che normalmente serve anche come potatura finale prima del successivo raccolto primaverile. Le foglie raccolte in uno di questi periodi sono più grezze e difficili da lavorare nella fase di arrotolamento perciò i tè prodotti – come ad esempio Hirabancha o Kyobancha – sono fatti con foglie aperte, piatte e tostate.

Raccolta – Metodi

È importante illustrare i metodi di raccolta del tè. In passato in Giappone il tè veniva raccolto a mano (oggigiorno è ancora così in molti paesi nel mondo). Il procedimento è lungo e la quantità raccolta è scarsa.

Nel tempo, il Giappone si è modernizzato, sono stati introdotti macchinari e nuovi metodi di raccolta. Il passaggio successivo alla raccolta manuale è stato l’utilizzo di cesoie con un sacco di cotone attaccato ad un’estremità cosicché le foglie raccolte potessero cadervici dentro direttamente. Questo ha aumentato l’efficienza della raccolta, che però rimaneva ancora molto legata al lavoro manuale.

Dopodiché si è cominciato ad utilizzare un apposito macchinario per la raccolta che viene mantenuto da due persone, ciascuna ad una delle due estremità del filare (e questo crea i bei paesaggio ‘a righe’ tipici delle colline giapponesi dove viene coltivato il tè). Il macchinario è formato da una sorta di tosasiepi curvo a cui è attaccato un lungo sacco e dei tubi che soffiano aria e spingono così le foglie appena tagliate nel sacco. La quantità di foglie raccolte in un giorno equivale a quella raccolta a mano da 25-30 persone. Per la sua efficienza e facilità di manovra, questo macchinario è ancora utilizzato al giorno d’oggi, soprattutto nelle aree montagnose del Giappone.

Oggigiorno nelle aree pianeggianti è comune un altro tipo di macchinario, guidato dall’uomo, che, passando appena sopra il filare delle piante del tè, ne taglia le foglie immettendole in un sacco o in un contenitore ad esso attaccato.

Fertilizzare

Prima che se ne possano raccogliere le foglie, le piante del tè devono avere un nutrimento sufficiente perché crescano i nuovi germogli. Il nutrimento è naturalmente presente nel terreno, ma non è sufficiente per la produzione commerciale del tè, perciò esso dev’essere arricchito con ulteriori elementi nutritivi affinché le piante possano dare un buon raccolto.

Gli elementi nutritivi più importanti per la pianta del tè (come per molte altre piante) sono il nitrogeno, il fosforo e il potassio. Per arricchirne il terreno, si possono utilizzare fertilizzanti naturali o chimici. Tra i primi, i più comuni sono: semi di colza già franti, ossa e lische, letame, perfino i resti della potatura delle stesse piante. Tutto ciò si deve decomporre nel terreno prima che le piante se ne possano nutrire. Un altro metodo più veloce ed efficace per fertilizzare il terreno è utilizzare elementi puri ottenuti in laboratori chimici. La scelta di quale tipo di fertilizzante usare dipende dall’agricoltore e dalla sua tecnica di coltura

I fertilizzanti vengono applicati regolarmente nel corso dell’anno, di solito 5-6 volte all’anno. Dosi più massicce e facilmente assimilabili sono applicate un mese o poche settimane prima della raccolta.

Misure contro parassiti ed erbe infestanti

Le piante del tè, assorbendo ottime sostanze nutrienti e producendo foglie eccellenti fanno gola sia ai parassiti che alle erbe infestanti, che possono approfittare delle piante del tè per nutrirsi e danneggiarle, soprattutto le nuove foglie. Questo è un problema per gli agricoltori, che cercano il modo di combattere o prevenire parassiti ed erbe infestanti.

A causa della presenza di un’industria chimica altamente sviluppata, l’utilizzo di prodotti chimici (pesticidi, diserbanti) è comunemente usata nella coltivazione del tè in Giappone. Ci sono leggi molto rigide che regolano quali prodotti possono essere applicati alle piante e in che quantità. Tuttavia, molte persone si preoccupano degli effetti di questi prodotti sulla salute dell’uomo e sull’ambiente.

Ci sono anche dei metodi naturali per contrastare parassiti e piante infestanti che richiedono più lavoro da parte dell’uomo e sono meno efficaci. Diserbare senza utilizzare prodotti chimici significa che le erbe infestanti devono essere sradicate regolarmente, il che richiede molto lavoro manuale e risulta così molto costoso.

Affidarsi a metodi naturali per contrastare i parassiti comporta affidarsi ai predatori dei parassiti, come ad esempio: ragni, coccinelle, mantidi religiose che aiutano a ridurre gli insetti nocivi.

Ombreggiatura

Nella produzione di tè di grado più elevato, come ad esempio Matcha, Gyokuro, Kabuse Sencha si usa la tecnica dell’ombreggiatura Questa tecnica aiuta le piante a produrre foglie dal sapore più intensamente umami. Uno degli elementi principali nelle foglie è la teanina, che è uno degli aminoacidi che proviene direttamente dal nutrimento della pianta La teanina giunge dalle radici alle foglie attraverso i canali interni della pianta. Tuttavia, se esposta al sole, la le molecole della teanina si rompono trasformandosi così in catechine (elementi che causano un sapore amaro e astringente). Se si impedisce l’esposizione ai raggi solari, si blocca questo processo e la teanina rimane tale nelle foglie senza trasformarsi in catechine. L’ombreggiatura serve proprio a questo.

In passato, canne venivano disposte sulle piante del tè (in origine per proteggerle dalla neve prima che ci si accorgesse di altri suoi effetti benefici). Oggigiorno è diffuso l’utilizzo di materiali artificiali ma più duraturi, come ad esempio teloni neri, che possono essere disposti a contatto diretto delle piante oppure sospesi su di esse grazie a delle apposite strutture.

E’ importante specificare che la luce non è schermata del tutto (altrimenti le piante non sopravviverebbero), ma circa l’85%-95%, lasciandone quindi filtrare pochissima.

Potatura

La potatura regolare è un’altra attività importante per la coltivazione del tè. La potatura consiste sostanzialmente nel tagliare le foglie e i rami, e di lasciarle decomporsi nel terreno (perché il tè fatto con quelle foglie si venderebbe a basso prezzo e quindi non vale la pena processarlo)

Normalmente le piante del tè devono essere potate dopo le raccolte principali per mantenere una forma che ne consenta una gestione efficace e per permettere ai nuovi germogli di spuntare alla stagione successiva. I resti della potatura dopo il raccolto primaverile e del primo raccolto estivo spesso diventano tè di grado inferiore – Bancha. I resti della potatura del raccolto di fine estate e di quello autunnale di solito si lasciano cadere a terra, perché il loro valore economico è davvero scarso.

Conclusione

Speriamo che queste informazioni vi permettano una migliore comprensione della produzione del tè in Giappone, e che vi permettano di apprezzarlo maggiormente. Così tanti sforzi vengono fatti per coltivarlo e processarlo, prima che diventi una bevanda deliziosa nella vostra tazza: tenetelo a mente la prossima volta che berrete del tè giapponese!

  • Scritto da Simona Zavadckyte
  • Tradotto in italiano Marta Gespan
  • Revisione italiana di Anna Poian